venerdì 21 novembre 2014

Diario Tappa 5 - Tiferte - Lac de Tislit


Venerdì 25 aprile 2014
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Tiferte - Lac de Tislit
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Unica strada per Boutferda - R317 direzione Imilchil

 

Dopo aver fatto colazione a casa di Aziz, lui ed un suo amico mi portarono nei pressi della scuola, dove avevo avuto il primo incontro con lui.
Volle fare delle foto ricordo con la valle alle nostre spalle.
Poi mi accompagnò sulla strada per Boutferda per qualche km in salita.
Ci salutammo commossi; io cercai di dargli 200 MAD (20 Euro circa che per loro sono davvero molti soldi), ma lui mi disse "no" ripetutamente, dicendo di non farmi problemi.
Gli misi la bandiera italiana che tenevo sulla borsa attorno al braccio, quindi ci salutammo e scese verso Tiferte. Dopo qualche minuto tornò per accompagnarmi ancora qualche centinaio di metri e chiedermi se sarei tornato, in quel momento dissi di "sì", anche se non so davvero se vorrò/potrò andare ancora a fare un giro del Marocco.
Quando fui da solo cominciai a sentire che le quote si alzavano, prima di sera sarei stato sopra i 2000 metri e non ne sarei sceso per tutto il giorno seguente.
Forse l'unico momento di vera paura accadde proprio adesso. Un cane sulla strada cominciò ad abbaiare mentre la strada era in salita e non potevo fare molto per aumentare l'andatura.
Giunto vicino sembrava che il cane se ne stesse andando ma in quel mentre, un gruppo di cani, credo almeno 4, cominciarono ad inseguirmi abbaiando e ringhiando. Feci l'errore di alzarmi sui pedali e forzare l'andatura ma questo alzò la frequenza cardiaca fino ad andare fuori soglia massima.
I cani mi lasciarono dopo il tornante e proseguii la mia tappa. Capii che sarebbe potuto succedere ancora più avanti e determinai di non forzare più l'andatura ma di pedalare composto fino a quando se ne fossero andati. Non potevo certo rischiare il cuore.
Dopo Boutferda, mi ricongiunsi alla strada che scende da Beni Mellal in direzione Imilchil. Decisi di non andare al villaggio abbandonato di Aoujgal perché ci avrei messo troppo, la tappa era tutta salita per un dislivello di mt. 2.064 in salita e poco più di mt. 1000 in discesa.
Sulla strada principale mi fermai in un bel posto a pranzare con quello che Aziz mi aveva dato da portare con me.
Presto mi trovai tra bellissime montagne con una strada accidentata e priva di protezioni il culmine della quale era mt. 2.373.
Oltre quel passo cominciava la discesa fino al lago che raggiunsi al tramonto. Un bellissimo gioiello tra le montagne.
Ero isolato ormai dal giorno precedente e lo sarei stato anche l'indomani; una donna straniera mi accolse nel suo camper per farmi utilizzare il PC con il quale mandai notizie ai miei corrispondenti in Italia, Marina Cisini e Mario Spazzini.
Cenai benissimo (avevo sentito parlare di questo alberghetto e della signora che faceva bene da mangiare e all'occorrenza cuciva anche se avevi qualcosa di rotto. Sistemai la bicicletta in camera con me e andai a letto prestissimo come per tutte le altre tappe.


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